venerdì 19 giugno 2015

Il Cesanese

Il Cesanese è un vitigno a bacca nera di origini incerte, tuttavia si ritiene che sia originario proprio delle colline che circondano Roma. Comprende le due varietà Cesanese di Affile e Cesanese Comune, ed è un vitigno sicuramente tra i più importanti del Lazio e dà il nome al vino omonimo.




L’etimologia del nome deriva dal taglio dei boschi (in latino “coesi”) che si estendevano sulle colline ad ovest di Affile. Gli affilani, quindi, chiamarono l’uva che maturava in quelle stesse colline: Cesaneses.

Non si hanno elementi certi in merito alle origini di questo vitigno. La notizia più antica risale a Plinio C.S., detto il giovane, che cita la copiosa produzione di vino rosso ad Ariccia, nell'area dei Castelli Romani. Nel libro XIV della Naturalis Historia egli attribuisce al gruppo delle “Alveole” l'appartenenza varietale dei vitigni rossi coltivati lungo le pendici delle collinette vulcaniche degradanti da Ariccia verso il mare. Molti studiosi hanno ipotizzato che tali Alveole siano riconducibili alla famiglia dei Cesanesi, da cui scaturivano vini di antichissima tradizione, come testimoniano i reperti archeologici e storici rinvenuti sul territorio. 
Si racconta che l'imperatore Nerva, colpito dalla squisitezza del vino del Piglio costruì in quella zona una sua residenza imperiale, i cui resti sono ancora visibili. Si narra anche che questo vino fosse il preferito da Federico II di Svevia durante le sue battute di caccia. 
Testimonianze ancora più certe lo danno come il preferito tra i vini dai papi anagni, Innocenzo III e Bonifacio VIII.




Per chi vuole degustare degli ottimi vini a base di Cesanese, consiglio questi produttori:

* Casale della Ioria (Cesanese del Piglio D.O.C.G)

* Coletti Conti (Cesanese del Piglio D.O.C.G.)

* Giuliani (Cesanese del Piglio D.O.C.G.)

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE:


La Denominazione di Origine Controllata e Garantita "Ceasanese del Piglio" o "Piglio" è riservata ai vino rossi che rispettano il disciplinare stabilito e che rientrano nelle seguenti tipologie:


«Cesanese del Piglio» o «Piglio»
«Cesanese del Piglio» o «Piglio» "Superiore"

Deve essere ottenuto dai vitigni Cesanese di Affile e/o Cesanese comune per il 90% minimo e da vitigni complementari, "idonei alla coltivazione" per la regione Lazio per non più del 10%.

La zona di produzione delle uve dei vini ricade nella provincia di Frosinone e comprende tutto il territorio del Piglio e Serrone e parte del territorio di Acuto, Anagni e Paliano.

Le condizioni ambientali dei vigneti destinati alla produzione devono essere quelle tradizionali della zona atte a conferire alle uve le specifiche caratteristiche di qualità. Per i nuovi impianti e reimpianti la densità non può essere inferiore a 3.000 ceppi per ettaro. I sesti di impianto e le forme di allevamento consentiti sono quelli idonei per la tipologia di vitigno e per la zona.

La produzione massima di uva per ettaro e la gradazione minima sono le seguenti:

«Cesanese del Piglio» o «Piglio» 110 q/ha 12,00% min.
«Cesanese del Piglio» o «Piglio» "Superiore" 90 q/ha 12,50% min.

Le operazioni di vinificazione devono essere effettuate nella sola area dei comuni ricadenti in provincia di Frosinone: Serrone, Piglio, Paliano, Acuto ed Anagni. 

E' ammessa la colmatura dei vini in corso di invecchiamento obbligatorio, con vini aventi diritto alla stessa denominazione di origine non soggetti a invecchiamento obbligatorio.

La resa massima dell'uva in vino è la seguente:

«Cesanese del Piglio» o «Piglio» 65% 71,50 hl/ha
«Cesanese del Piglio» o «Piglio» "Superiore" 60% 58,50 hl/ha

Qualora la resa uva/vino superi i limiti di cui sopra, ma non oltre il 70%, l'eccedenza non ha diritto alla denominazione di origine. Oltre detto limite decade il diritto alla denominazione di origine per tutta la partita.

Per il vino «Cesanese del Piglio» o «Piglio» l'immissione al consumo è consentita non prima del primo febbraio dell'anno successivo alla vendemmia; per il vino «Cesanese del Piglio» o «Piglio» "Superiore" l'immissione al consumo non è consentita non prima del primo luglio dell'anno successivo alla vendemmia.

E' consentito un periodo di invecchiamento in recipienti di legno e/o di affinamento in bottiglia.

All'atto dell'immissione al consumo, vini devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

«Cesanese del Piglio» o «Piglio»
colore: rosso rubino con riflessi violacei;
sapore: morbido, leggermente amarognolo, secco;
tit. alc.: 12% min.

«Cesanese del Piglio» o «Piglio» "Superiore"
colore: rosso rubino, tendente al granato con l'invecchiamento;
odore: intenso, ampio con note floreali e fruttate;
sapore: secco con retrogusto gradevolmente amarognolo;
tit. alc.: 12,5% min.

La tipologia «Cesanese del Piglio» o «Piglio» "Superiore" sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore a 20 mesi, di cui 6 di affinamento in bottiglia e con un titolo alcolometrico volumico totale minimo di 14% può fregiarsi della menzione aggiunta "Riserva".

I vini possono essere immessi al consumo soltanto in recipienti di vetro di volume nominale fino a 0,75 litri. E' consentito l'imbottigliamento in recipienti da 1,5 L, 3 L, 5 L in bottiglie classiche con tappo in sughero.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.