venerdì 19 giugno 2015

I vini Kosher

Un mio carissimo amico golfista, compagno di tante piacevoli giornate sul campo di golf, è un appassionato studioso della cultura ebraica e mi ha fatto omaggio di alcuni interessanti vini kosher.


Ma che cos'è un vino kosher? Il grande enologo Giacomo Tachis, il papà del Sassicaia tanto per intenderci, lo spiega molto bene nel suo libro "Sapere divino". Ecco dosa scrive:

Il termine ebraico kosher significa valido, adatto, buono. Nel settore alimentare significa adatto a essere consumato perché preparato nel rispetto delle norme alimentari ebraiche. [...]
Dalla terra la vite assorbe nutrimento e calore e si dice che assorba anche le intenzioni di chi la coltiva. Per questo motivo il vino per gli ebrei deve essere prodotto da correligionari osservanti, da coloro che "sono adatti". Questi eseguono personalmente tutta la lavorazione, che inizia dal momento in cui l'uva viene spremuta, fino all'imbottigliamento. Può apparire quasi paradossale, ma l'enologo o il cantiniere devono lasciare la cantina sostituiti dall'ebreo ortodosso, che maldestramente, ma con buona volontà, esegue tutte le operazioni necessarie. Successivamente,, perché il vino rimanga kosher, deve essere sempre un ebreo osservante a eseguire di persona l'apertura di ogni bottiglia e la mescita. Anche per quanto riguarda l'uso di lieviti, enzimi, e le varie apparecchiature utili in cantina, quali pompe, filtri e recipienti, ogni cosa deve avere il certificato del produttore sotto controllo rabbinico ed essere "kosherizzata" prima dell'uso, ossia purificata con procedure specifiche.

Questo è quello che spiega Tachis nel suo bellissimo libro che consiglio vivamente.

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